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Trillargento APS
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ADOband Trillargento è una formazione pop-rock nata nel 2020 e composta da ragazze e ragazzi tra i 14 e i 20 anni.
La band è un laboratorio di sperimentazione musicale nella quale si impara a suonare insieme agli altri acquisendo molteplici abilità come la capacità di ascoltarsi, di suonare in sezione e di improvvisare. Gli strumenti tipici sono la chitarra e il basso elettrici, la tastiera e la batteria a cui in determinate occasioni si uniscono trombe e sassofoni.
Il repertorio è quello leggero pop moderno, culturalmente vicino a ciò che ascoltano abitualmente gli adolescenti coinvolti.
Nata nel 2020 dalla collaborazione con alcuni educatori che si occupano di minori nel quartiere di Sampierdarena come percorso musicale sperimentale per contrastare la povertà educativa, la band ha negli anni rafforzato capacità musicali e di produzione artistica, moltiplicando le occasioni di esibizione sul territorio. Ciò ha contribuito notevolmente alla crescita dell’autostima dei ragazzi coinvolti e ha favorito in loro la consapevolezza che la musica ha una dimensione pubblica, rafforzandone il senso di appartenenza sociale.
Apprendere uno strumento musicale e sperimentare la gioia e la soddisfazione di suonare insieme.
Ogni settimana: una lezione di strumento in piccolo gruppo e una prova d’insieme di 60 minuti, il venerdì.
Ragazze e ragazzi dai 14 ai 20 anni.
La band, come tutte le nostre orchestre, intende essere un ambiente formativo volto non solo all’acquisizione tecnica di competenze, ma anche a un’educazione alla convivenza, ai diritti e al riconoscimento della dignità e delle potenzialità tipiche di ciascun individuo. Solo così la formazione e l’esperienza musicale possono davvero contribuire alla crescita di cittadini migliori, più felici e completi, come ampiamente dimostrato dalle neuroscienze, dalla psicologia e dalla pedagogia che all’unanimità affermano che lo studio della musica stimola competenze cognitive, non-cognitive e socio-relazionali fondamentali per contrastare la povertà educativa e promuovere la crescita di individui capaci di inserirsi in modo armonico e funzionale nella società. Essenziali per far sì che l’apprendimento musicale possa essere un’esperienza arricchente e non semplice addestramento strumentale sono poi anche alcuni principi su cui fondiamo la nostra didattica.
La nostra proposta, fin dalla prima infanzia, è incentrata sulla musica d’insieme senza per questo perdere di vista le peculiarità e le ricchezze del singolo. Questo rappresenta un importante valore aggiunto perché la fatica dell’apprendimento è condivisa ed alleggerita dall’entusiasmo della riuscita collettiva, dal divertimento, dalla consapevolezza di concorrere tutti insieme al raggiungimento di un obiettivo comune con atteggiamento collaborativo.
Apprendere non significa ricevere passivamente delle nozioni ma elaborare attivamente idee, fare esperienza della realtà. I brani diventano una risorsa per l’apprendimento della musica: da lì si parte per affrontare la lettura a prima vista, l’esecuzione di scale e arpeggi, le problematiche tecniche, le difficoltà ritmiche, l’ascolto dell’opera, l’affinamento percettivo, il lavoro interpretativo, l’analisi, la ricerca storica e stilistica. Ciò comporta, sul piano didattico, non solo l’apertura a un approccio alla musica non finalizzato al solo raggiungimento di obiettivi meramente tecnici, ma anche e soprattutto una particolare attenzione alla scelta di repertori che consentano di fare musica davvero, di vivere esperienze estetiche significative.
Il processo di apprendimento, e quindi la didattica, non procedono secondo un percorso lineare, per somma, ma piuttosto attraverso una spirale con ripetizione periodica delle stesse idee fondamentali ma a complessità crescente. L’attenzione è posta sul modo con cui ogni studente percepisce ed elabora le informazioni, con la conseguente personalizzazione continua dei processi di apprendimento.
L’insegnamento reciproco consente agli studenti di accrescere e perfezionare le proprie conoscenze, i metodi di studio e la capacità di problem solving. Tutti traggono vantaggio da tale strategia didattica in quanto, lo studente tutor viene valorizzato e responsabilizzato da questo ruolo e sviluppa, conseguentemente, un comportamento sempre più propositivo nei confronti del percorso didattico; l’altro studente trae vantaggio dal lavorare in un ambiente protetto con una persona che considera più vicina a lui.